Ci dà il buongiorno. Ci accompagna nelle pause di lavoro e di studio. È mezzo di socializzazione, occasione per un incontro. È abitudine alla fine del pasto. Il caffè è un compagno di vita immancabile.
La tazzina di caffè è simbolo dell’italianità: piacere, convivialità, relax, energia. Basti pensare alla moka: un vero e proprio rito in cui si svuota il fondo del caffè, si prepara, si aspetta il sibilo del caffè che sale, si spegne la fiamma e si gira con il cucchiaino.
Sono molti, però, i falsi miti che ruotano attorno al caffè, legati soprattutto alla caffeina. In particolare: il caffè fa bene o fa male?
Nell’articolo troverai:
- Il ruolo della caffeina
- Quanti caffè prendere al giorno?
- Dove si nasconde la caffeina: lo studio EFSA
- Alternative al caffè: ginseng e orzo
IL RUOLO DELLA CAFFEINA
All’interno del caffè è contenuta la caffeina, una sostanza nervina molto stimolante. Essa entra in azione entro 30 minuti dall’assunzione e rimane in circolo per una media di 4 ore. Gli effetti della caffeina, in questo arco di tempo, sono molteplici. Andando a bloccare il neurotrasmettitore che causa la sonnolenza, va a migliorare l’umore, l’attenzione e i tempi di reazione.
Dunque, è sbagliato affermare che il caffè fa male. Andiamo a scoprirne i motivi
L’EFFETTO PROTETTIVO DELLA CAFFEINA
Il caffè non fa male e può essere consumato a tutte le età. Si tratta di una bevanda ricca di antiossidanti e nutrienti come polifenoli, riboflavina, magnesio, potassio e vitamina B3, sostanze che hanno una funzione protettiva nei confronti dell’organismo. Come emerso da alcuni studi, infatti, l’assunzione di caffè aumenta la protezione nei confronti di vari tipi di malattie e l’insorgenza di diabete tipo 2.
QUANTI CAFFÈ PRENDERE AL GIORNO?
Come per tutte le cose, è indicato di non esagerare con il caffè. Le linee guida per una sana alimentazione indicano che l’apporto di caffeina giornaliero in un adulto sano non dovrebbe superare i 400 mg (4-5 tazzine circa al giorno). Anche anziani, adolescenti, donne in gravidanza e in allattamento possono assumerne, fino a un massimo di 200mg di caffeina al giorno (pari a circa 2 tazzine di caffè). Va sottolineato, però, che la concentrazione di caffeina in un caffè varia in base alla varietà di chicchi usati, al tipo di lavorazione e alla modalità di preparazione del caffè stesso.
Essendo una bevanda nervina, l’eccesso di caffeina ha come primo impatto quello sul sistema nervoso centrale. Vi è dunque rischio che si crei dipendenza e assuefazione, generando problemi di ansia e insonnia. A lungo termine il consumo eccessivo di caffeina è stato associato a problemi cardiovascolari.
Tenendo la conta delle tazzine dovremmo dunque essere facilitati a non superare il limite. Perchè però spesso questo non accade?
Il motivo è uno: spesso non sappiamo che la caffeina è presente anche in altri cibi (Bialetti, n.d.).
DOVE SI NASCONDE LA CAFFEINA: LO STUDIO EFSA
Per l’appunto, spesso non siamo consapevoli della presenza della caffeina all’interno di molti cibi e bevande. Essendo un composto chimico naturale, è possibile che sia presente in alcuni integratori alimentari e sportivi, farmaci, cosmetici, oltre a tè, bacche di guaranà, cacao, bevande energetiche.
L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) nel 2015 ha condotto una valutazione della sicurezza a riguardo del consumo di caffeina (da qualsiasi fonte alimentare, integratori compresi). Tale studio scientifico è stato richiesto da alcuni Stati membri UE che hanno espresso preoccupazione sul consumo di caffeina da parte della popolazione, sia in generale che su gruppi specifici come adulti che svolgano attività fisica e individui che consumino caffeina insieme ad alcol o bevande energetiche.
QUANTA CAFFEINA CONSUMIAMO E DA DOVE
Nella maggior parte delle indagini, la fonte predominante di caffeina per gli adulti era il caffè, rappresentando tra il 40% e il 94% dell’assunzione totale. In Irlanda e Regno Unito la fonte principale è risultata il tè, che rappresentava rispettivamente il 59% dell’assunzione totale di caffeina nel primo Paese e il 57% nel secondo.
Ci sono grosse differenze tra i Paesi per quanto riguarda il contributo delle diverse fonti alimentari al totale della caffeina assunta dagli adolescenti. Il cioccolato è risultato essere la fonte numero uno in sei sondaggi, il caffè in quattro sondaggi, le bevande a base di cola in tre, e il tè in due. Nella maggior parte dei Paesi il cioccolato (che comprende anche le bevande a base di cacao) è stata la fonte principale di caffeina per i bambini dai 3 ai 10 anni, seguito da tè e bevande alla cola.
Un motivo delle differenze nei livelli di consumo – a parte le abitudini culturali – è la concentrazione variabile di caffeina riscontrata in alcuni prodotti alimentari. Le concentrazioni nelle bevande a base di caffè dipendono dal processo produttivo, dalla varietà di chicchi di caffè usati e dalle modalità di preparazione (per esempio caffè americano, espresso, moka etc…) (EFSA, 2015).
ALTERNATIVE AL CAFFÈ: GINSENG E ORZO
Spesso per evitare di consumare caffeina, si preferisce trovare delle alternative al caffè. Due sono le più diffuse, facilmente trovabili nei bar e nei supermercati: il ‘caffè d’orzo’ e il ‘caffè al ginseng’.
- Il ginseng è una pianta di origine asiatica di cui viene utilizzata la radice naturalmente priva di caffeina e glutine. L’estratto di tale contiene numerose sostanze attive, utili per contrastare stress e affaticamento, motivo per cui ad esempio è possibile trovarla in alcuni integratori alimentari (Il Fatto Alimentare, 2019).
- L’orzo solubile, invece, è una sostanza con proprietà digestive e antinfiammatorie. Anche questo non contiene caffeina nè altre sostanze stimolanti. Infatti risulta essere una bevanda poco calorica ideale per chi soffre di problemi di cuore e disturbi d’ansia.
Importante è però non considerare di default queste due bevande come alternative senza caffeina. Se è vero che entrambe sono naturalmente prive di tale, in molti casi, queste vengono miscelate con caffè e altri ingredienti quali latte, zucchero, grassi, aromi e stabilizzanti.
È importante dunque essere consapevoli della possibilità che la caffeina possa esser presente anche all’interno delle bevande a base di ginseng ed orzo, leggendo gli ingredienti o chiedendo agli esercenti presso cui ci rechiamo per consumarli (Humanitas, n.d.).
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