La rassegna primaverile più importante della valle Maira, dedicata all’antico mestiere degli «anciuи», i venditori ambulanti di acciughe.
Appuntamento in Valle Maira, a Dronero il 2, 3 e 4 giugno 2023
Le acciughe nelle Alpi? Sì, con gli acciugai della Valle Maira!
D’inverno, per rimpinguare il bilancio di famiglia, i venditori di acciughe percorrevano sentieri e strade dell’Italia per andare a vendere, casa per casa o nei mercati, acciughe e altre varietа di pesce conservato con il sale.
“Prezioso come il sale”, si potrebbe dire, siccome da sempre questo elemento è stato d’importanza fondamentale per la conservazione dei cibi, per alcuni lavori artigianali e per la salute.
E così, nel tempo, è sorto un reticolo di collegamenti, le “vie del sale”, per trasportare dal mare questo e altri prodotti in tutta Europa, creando commerci e generando incontri fra le persone, dando origine a paesaggi architettonici e culturali caratterizzati da chiese, monumenti, castelli, centri storici e palazzi d’epoca, luoghi di sosta e di preghiera, nonché sentieri, mulattiere e strade bianche.
E di certo con il sale l’acciuga va d’accordo, essendo il pesce uno degli alimenti di più difficile conservazione. Questo alimento ha rappresentato in passato, nei mesi invernali, il companatico principale, quando non l’unico, per milioni di persone. Ma il fatto curioso è che a svolgere questo mestiere di venditori di pesce di mare fossero anche dei montanari.
Pochi sanno, infatti, che quei venditori ambulanti che rifornivano tutto il nord Italia fossero tutti originari di una vallata occitana alpina del Cuneese. Un vero e proprio monopolio esercitato, almeno dalla metà dell’800, dagli abitanti di pochi comuni della Valle Maira.
Essi infatti avevano privilegiato come loro mestiere durante le emigrazioni invernali quello di anchoier, ovvero venditore ambulante di acciughe. Gli acciugai della Valle Maira percorrevano i sentieri e le strade dell’Italia per andare a vendere, casa per casa, o nei mercati, le acciughe ed altre varietà di pesce conservato. Il rifornimento della merce avveniva principalmente presso i porti liguri per poi essere rivenduta sui banchetti ambulanti in Piemonte e anche in Lombardia.
“Anchoiers, anchoiers!” era il grido che si udiva per le strade del Piemonte, della Lombardia e qualche comune Veneto ed Emiliano. Spesso era il capofamiglia che iniziava con questa redditizia attività invernale, ma tutti i parenti venivano poi in aiuto per lo smistamento del commercio in più territori, accrescendo la figura dell’acciugaio di Dronero e del suo caratteristico carretto, per lo più colorato di azzurro, che veniva costruito per tutti a Tetti di Dronero.
Tradizionalmente, nel mese di giugno, a Dronero in Valle Maira, si svolge la Festa degli Acciugai: un’occasione speciale per assaporare questo alimento “tipico” e conoscere l’ambiente geografico e umano che ha dato vita a questo mestiere che, seppur mutato nella forma, non potrà mai sparire, finché esisteranno le acciughe al verde, in rosso, col burro, o con le cipolle…
Protagonisti della manifestazione sono, oltre alle acciughe, il baccalà, lo stoccafisso, il merluzzo, le sardine, il tonno sottolio, le olive e i prodotti locali.
PROGRAMMA
Il programma è ricco di iniziative per tutti e tutte le età: trovate qui la scaletta degli eventi.
Venerdì il via alla festa tra musica e gusto, sabato e domenica la fiera. La platea degli espositori sarà come sempre caratterizzata da una scelta di prodotti che abbracciano, ovviamente, le acciughe, quindi i prodotti della Valle Maira e a seguire l’area che la circonda, le Terre del Monviso e il Gal Terre Occitane.
Il nostro Mulino non può mancare agli appuntamenti di questa stupenda iniziativa e saremo presenti con:
- visite guidate e presentazioni dalle 9.30 alle 12.30 mattino – dalle 14.30 alle 17.30
- h. 15.00 danze occitane con Daniela Mandrile
- h. 19.00 Il Consorzio Valle Maira presenta il libro “Il Gusto di Camminare” di Irene Pellegrini e Barbara Gizzi per terminare con un Dj set in Piazza Martiri della Libertà
Un viaggio gastronomico e culturale in un territorio meraviglioso che da anni lavora all’unisono per raccontarsi come destinazione turistica ricca di storia, sapore, tradizione, identità.
ANCHOIERS, GLI ACCIUGAI DELLA VAL MAIRA
Ci fu un tempo, ormai ignoto ai più e da molti dimenticato, in cui gli abitanti delle valli alpine, nella brutta stagione, erano costretti ad abbandonare la loro casa per andare a cercare una fonte di guadagno altrove. Era un’emigrazione che sovente non puntava ad aumentare le ricchezze della famiglia, ma semplicemente a non gravare sul consumo delle magre risorse disponibili.
Si partiva ancora bambini e ognuno s’ingegnava a trovare un lavoro, magari un mestiere peculiare; alcuni si affidavano alla forza fisica, altri all’ingegno e all’intraprendenza.
Gli acciugai (anchoiers in occitano, anciuè in piemontese) della Valle Maira, a fine estate, terminati i lavori nei campi, scendevano al piano per vendere acciughe e pesce conservato. La merce da vendere la compravano in Liguria: non lavoravano il pesce, lo vendevano soltanto, girovagando in tutto il Piemonte, in Lombardia e persino in Veneto ed Emilia.
Sull’origine del fenomeno sono molte le ipotesi, destinate peraltro a rimanere tali. Le diverse notizie sul commercio delle acciughe e del pesce conservato sotto sale già in tempi remoti non danno risposta del come e del perché si partisse proprio dalla Valle Maira. Ci si deve accontentare di supposizioni, alcune apparentemente più realistiche e probabili, altre forse più fantasiose,
ma ugualmente possibili.
I più ritengono che tutto abbia avuto origine dal commercio del sale, sul quale gravavano alti dazi: qualche furbacchione pensò di riempire in parte una botte di sale ponendovi sopra, per occultarlo agli occhi dei gabellieri, uno strato di acciughe salate. Allo scoprire poi che la vendita di quelle acciughe procurava
ugualmente un buon guadagno, si dedicò al nuovo commercio meno rischioso…
Da quel che si sa dai racconti dei vecchi, di solito partiva prima un capofamiglia, uno già esperto, che andava nei porti della Liguria a comprare la merce per poi portarla o spedirla in qualche città della pianura padana. Gli altri della famiglia, parenti o amici fidati, lo raggiungevano in quello
che diveniva il loro campo base, punto di smistamento. Portavano le merci con loro i caratteristici carretti, i caruss, leggeri ma resistenti, costruiti tutti in valle,
a Tetti di Dronero, per lo più colorati d’azzurro.
Durante i mesi invernali, in attesa di tornare al lavoro dei campi, giravano di quartiere in quartiere, di paese in paese, di cascina in cascina, per strade inghiaiate o innevate, nelle piatte campagne o nelle valli alpine, ma anche in città come Torino, Milano, Brescia, Pavia ecc, sempre tirando o spingendo il loro caruss carico di pesce salato, alla ricerca di qualche acquirente.
Anche trenta e più chilometri al giorno; e non sempre a sera si poteva tornare al magazzino con gli altri, si dormiva dove si trovava, magari offrendo in cambio qualche acciuga. Anche per i pasti ci si aggiustava, al risparmio, sovente buttando giù qualche acciuga sbattuta contro le aste del carretto per far cadere il sale. Un po’ per la sete dovuta a tutto quel sale e un po’ perché i migliori clienti erano gli osti, il vino inevitabilmente abbondava, creando spesso non pochi problemi. Molti cominciavano da ragazzi, già verso i dodici anni: si cercava così di non essere di peso per la famiglia, ma non sempre per tutti il guadagno finiva col coprire le spese.
Per alcuni fu l’inizio di una fortuna: più intraprendenti, scaltri o fortunati, ebbero modo di dar vita a dei veri imperi economici con numerosi dipendenti e aziende tutte loro di lavorazione del pesce, addirittura in Spagna. Nel secondo dopoguerra, la maggior parte abbandonò definitivamente il paese d’origine, e scese in pianura per dedicarsi esclusivamente al commercio.
Non più il carretto, ma mezzi a motore, via via più comodi e attrezzati. Ancora oggi è possibile trovare qualche acciugaio originario della Valle Maira tra i banchi del mercato, ma sono sempre meno. Era ed è un lavoro duro, così pochi figli hanno continuato il mestiere dei padri: grazie al benessere economico raggiunto hanno preferito dedicarsi a impieghi che prevedono la cravatta. Molti di quelli che non hanno abbandonato la via percorsa da generazioni sono ora titolari di supermercati o luccicanti negozi.
Un umile pesce, una valle alpina, tanti uomini tenaci: una storia che non deve essere dimenticata.
👉 Ed ora non resta che aspettarvi a questa nuova edizione della prestigiosa Fiera degli Acciugai!
🔎 Sei curioso di esplorare e scoprire l’incontaminata Valle Maira? Qui puoi trovare il portale di Valle con tante informazioni utili, mentre qui una piccola guida redatta da Lonely Planet.
🔎 Vorresti, invece, visitare il Mulino della Riviera di Dronero? Trovi qui il calendario delle visite 2023
2 Commenti. Nuovo commento
Grazie x queste notizie che arricchiscono il bagaglio culturale. Siete davvero bravi a far conoscere così tanta storia. Grazie ancora
Ciao Isabella 😍 è così bello leggere queste parole, grazie di cuore ❤️